Le Grand Lunaire
Adriano Lanzi
Nato a Roma nel 1972, Adriano Lanzi è chitarrista, compositore, improvvisatore, performer elettronico, occasionalmente bassista. Ha pubblicato musica, come titolare o sideman, su numerose etichette discografiche italiane e europee, esordendo in duo con Omar Sodano per la tedesca Klangbad, diretta da Hans-Joachim Irmler deiFaust, storica formazione del rock europeo più avventuroso e sperimentale. Ha collaborato a lungo (1996-2003) in studio e dal vivo, con il gruppo afro-jazz del griot senegalese Siriman “Pape” Kanoutè, forse il primo e il più rigoroso divulgatore della kora e della cultura mandinga in Italia, partecipando con lui a dirette radiofoniche nazionali (Stereonotte, La Stanza della Musica) e alla realizzazione di musiche per il teatro (tra le altre Fedra da Ghiannis Ritsos, per la regia di Giuseppe Marini). E’ attualmente attivo nel duo MU con la violoncellista Federica Vecchio (www.facebook.com/muguitarandcelloduo), pubblicato su SLAM (U.K.) nel quartetto FORME (con Gianni Trovalusci ai flauti, Paolo Di Cioccio all’oboe e Federica Michisanti al contrabbasso, dedicato alle procedure compositive e di improvvisazione legate all’alea), e con il trio elettroacustico K-Mundi (con il dj e sound artist Økapi e il batterista Marco Ariano – www.facebook.com/kmundigroup). Collabora occasionalmente con il veterano dell’improvvisazione radicale e del rock in opposition Geoff Leigh (ex Henry Cow), con il cantautore e folk/punk rocker Stefano Giaccone (ex Franti/Kina), con la polistrumentista statunitense Amy Denio e altri musicisti della scena italiana e internazionale. Da sempre si dedica alla sonorizzazione dal vivo, in chiave elettronica o chitarristica, dei classici del cinema silenzioso, che ha presentato per anni in forma di laboratorio presso il Cinema Azzurro Scipioni di Roma e che ha portato più volte in festival italiani e europei (Montepulciano, Schiphorst Avantgarde Festival Amburgo, Londra, tra gli altri) e recentemente alla produzione di colonne sonore per documentari.
Si esibisce spesso anche in un solo per chitarra fingerpicking, presentato a Battiti (RadioTre) dove riconduce al suo strumento pezzi non chitarristici. Il Fac Ut Ardeat dallo Stabat Mater di Vivaldi, Ghosts di Albert Ayler, We Travel the Spaceways di Sun Ra, Pannonica di Monk, il Valzer n°2 dalla Jazz Suite di Shostakovic, tanghi di Ernesto Nazareth, pagine prog (Sea Song di Robert Wyatt), brandelli di swing (Miller, Ellington) memoria cinematografica popolare (Nino Rota), acquisiscono una veste folk urbana e futuribile.
Paolo di Cioccio
Paolo Di Cioccio (1963 – 2024) è stato oboista, compositore e didatta. Ha svolto, come concertista e in ensembles, tournée in varie parti del mondo (tra le altre Filarmonica Nacional de Cuba, concerti per oboe solista di Richard Strauss, Ralph Vaughan Williams e Wolfgang Amadeus Mozart-Sinfonia Concertante; Orchestra Sinfonica di Matanzas, concerti di Vincenzo Bellini e Tomaso Albinoni, Camerata del Pacifico, Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, Latina Philharmonia, dove ha ricoperto il ruolo di primo oboe solista, e presso i Festival italiani più noti, nonché presso prestigiose sale da concerto.
Ha collaborato con direttori d’orchestra e solisti di primaria importanza.
Ha tenuto master di oboe presso l‘Istituto Superiore delle Arti di Cuba, presso l’Istituto Esproarte di Mirandela (Portogallo), ed è titolare della cattedra di oboe presso il Conservatorio di Vibo Valentia.
Ha inciso concerti barocchi per oboe (Vivaldi, Marcello, Albinoni, Bach ecc.) riarrangiando le parti orchestrali per sintetizzatori analogici di sua proprietà.