Emanuele Parrini & Roberto Bellatalla

Emanuele Parrini & Roberto Bellatalla

Biografia di Roberto Bellatalla

Durante la prima metà degli anni ’70 emerge come contrabbassista nel panorama del jazz italiano e presto si trasferisce ad Amsterdam per due anni per suonare con il quartetto di Tristan Honsinger, insieme a Radu Malfatti e a Sean Bergin. Nel ’78 va a vivere a Londra, dove rimarrà fino al 2004. Entrato a far parte dell’ambiente legato alla musica improvvisata di matrice anglo-sudafricana collaborando con tutti i maggiori musicisti jazz. Forma un trio di contrabbassi con Marcio Mattos e Paul Rogers. Nell’82 il batterista Sudafricano Louis Moholo lo chiama in “Viva la Black”, con questo gruppo nel ’92/93 partecipa al “Freedom Tour” in Sudafrica, all’indomani della liberazione di Nelson Mandela e del paese. Nell’83 entra a far parte di “Dreamtime”, sestetto fondato dal trombonista Nick Evans. Questa collaborazione si protrarrà fino al 2006. A Londra partecipa a molti progetti, suonando con i principali interpreti della musica d’avanguardia. Va in tour in vari paesi europei e in Russia, Bielorussia, Lithuania e Cina. Tiene corsi e seminari nelle scuole elementari di Londra e nell’ambito della musicoterapia per disabili. Ha partecipato all’International Zip Festival di danza di Orvieto 2005 e 2006, a tre edizioni del festival di danza “butoh”.
Da gennaio 2004 vive a Roma dove collabora principalmente con Mike Cooper, Fabrizio Spera, Michele Rabbia, Sandro Satta. Con Ivan Macera e Elena Baroglio crea il trio “Rei” , per la realizzazione di “A short Splash” , progetto musicale e performativo. Fa parte del trio “Primitive Field”, con Christian Muela e Ivan Macera. Dal 2016 si è ricomposto il trio, diventato poi quartetto con Biggi Vinkeloe, Peeter Uuskyla e Nema Vinkeloe.

Biografia di Emanuele Parrini

Tony Scott: “… Tutti fanno qualcosa per un fine, per soldi, per potenza, potere. Questo non mi interessa. Mi interessa sapere cosa devo fare io e cosa posso fare io. Devo fare musica. Poi incontro musicisti che mi toccano particolarmente. Per esempio quando ascoltai ai seminari di Terni Emanuele Parrini pensai questo è un musicista che vale e lo inserii nel mio gruppo. Ora lui è famoso …(ride contento), è un grande musicista che sta andando verso la sua direzione, forse lui è una parte di me. Troppo spesso si domanda…cosa ne pensa Tony? Non va bene, lui deve trovare la sua identità e forse oggi noi dobbiamo seguire lui…”Intervista a Tony Scott di Paolo Carradori Jazzitalia

Intraprende gli studi musicali sotto la guida del violinista Antonio Cavallucci, membro dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, ed in seguito del violinista barocco Marco Fois. Scopre il Jazz ed inizia ad approfondirne il linguaggio dopo essere stato incoraggiato da Lino Patruno e da Giulio Libano, extrombettista e arrangiatore. Frequenta Siena Jazz dove vince una borsa di studio per il Corso di Alta Qualificazione Professionale per Esecutori di Musica Jazz promosso dalla Comunità Europea.

Nel 1993 si trasferisce a Firenze e lì fonda gli Hot Club de Florence, gruppo ispirato alla musica di Django Reihnardt e Stephane Grappelli con il quale inizia ad imporsi sula scena fiorentina. Gli studi musicali proseguono e frequenta workshops in giro per l’Italia; si fa notare nelle jam sessions dove ha la possibilità di suonare con esponenti del movimento jazz di fama internazionale come Pat Metheny, Bobby Watson, Gianni Basso, Furio Di Castri. Suona in duo con il pianista Roberto Andreucci e con lui registra il suo primo album “Duetto” (1998). Nello stesso periodo il vibrafonista Alessandro Di Puccio, direttore del Centro Attività Musicali di Firenze, lo invita a partecipare all’orchestra laboratorio diretta da Bruno Tommaso per la messa in scena della “Carmen” e per il suo gruppo “Les Italiens”. Nel 1999 conosce Dimitri Grechi Espinoza dando vita ad un sodalizio che all’epoca del primo incontro produce “Vita Nova”, primo disco dei Dinamitri Jazz Folklore.

Nell’ottobre dello stesso anno, a Terni, partecipa ad un workshop tenuto da Tony Scott, incontro che gli cambia la vita: si instaura un rapporto filiare e Tony, che diventa suo Mentore, lo inserisce nei suoi gruppi, avviando così una fase ricca di concerti ed importanti esperienze. Grazie a Tony incontra Giulio Capiozzo che lo chiama a far parte del suo gruppo e con il quale ha la possibilità di suonare con Cameron Brown. Suona con Roberto Andreucci in quartetto con Piero Leveratto e Mauro Beggio, in quintetto con Bosso ed Angelo Canelli e sempre in quintetto con Nico Morelli e Gianluca Petrella.

Nell’ottobre del 2000 va in studio per la prima volta con Tiziana Ghiglioni con cui comincia a suonare regolarmente e con la quale realizza un album dedicato all’artista visivo Mimmo Rotella incentrato sulla volontà di trasporre in musica il concetto dei famosi decollages dell’artista. Il disco, che lo pone all’attenzione di pubblico e critica, esce con il titolo di “Rotella Variations” nel 2003, anno che si rivelerà essere fondamentale nel suo percorso artistico. Nello stesso anno, infatti, viene pubblicato “Folklore in Black” in cui è documentato l’incontro tra i Dinamitri Jazz Folklore e Tony Scott; viene chiamato dall’Italian Instabile Orchestra a sostituire Renato Geremia per un tour europeo; viene selezionato per far parte dell’Orchestra di Butch Morris in una produzione originale del Festival di Roccella Jonica, dove ritrova la compagna di studi Silvia Bolognesi e ha la possibiltà di suonare con partners d’eccezione come Marc Ribot, J.A. Deane e Tyshawn Sorey. A settembre è di nuovo con l’Italian Instabile Orchestra al Festival di Sant’Annarresi per quelli che saranno due concerti importantissimi: uno dedicato a Marcello Melis; nell’altro l’orchestra suona con il grande Cecil Taylor. Gli anni successivi segnano il suo ingresso ufficiale nell’Italian Instabile Orchestra con la quale gira il mondo: più volte in Germania ed in Spagna, Svizzera, Olanda, dove ha l’occasione di suonare al BimHuis, Portogallo, Canada, Turchia e una tournee in Inghilterra che si conclude al London Jazz Festival con un concerto alla Purcell Room trasmesso alla BBC e pubblicato sul disco “London Hymn Live 2005”. Suona con artisti internazionali come Ab Baars, Frank Gratkowsky e Keith Tippet, ospitati dall’Italian Instabile Orchestra in più occasioni.

Si moltiplicano le collaborazioni: Canto General di Minafra, Ottaviano e Vittorino Curci di cui è ospite insieme ad Ernst Reijseger; Enrico Fazio con cui suona ed incide per la Leo Records, Bebo Ferra, Simone Guiducci, produzioni teatrali e cinematografiche (lavora con Luis Bacalov, con Riccardo Tesi per Carlo Mazzacurati, Antonio Catania). Con Paolo Botti e Giovanni Maier fonda un ensemble d’archi con cui pubblica due album, uno in trio, l’altro in quartetto con Salvatore Maiore al violoncello.

Matura l’idea di un nuovo album che registra e pubblica con il titolo “1974 Io So – Damn If I Know”, opera “militante” in cui convivono i contenuti della New Thing con il messaggio degli “Scritti Corsari” di Pier Paolo Pasolini. Con i Dinamitri collabora con il poeta di Detroit Sadiq Bey ( Congo Evidence del 2006) e con l’ icona afroamericana Amiri Baraka (Akendengue Suite del 2008). Baraka stesso è l’ autore del testo che viene recitato da Steve Piccolo nel Cd di Tiziano Tononi e Daniele Cavallanti “Spirits Up Above” che vede William Parker al contrabbasso. Parrini, Parker e Tononi si ritrovano poco tempo dopo per incidere in trio “Vertical Invaders” ed esibirsi dal vivo.

Il 2007 segna il suo ingresso nei Nexus, con un concerto trionfale al Teatro dell’Arte di Milano, ma è anche l’anno in cui scompare Tony Scott, fino a quel momento guida e punto di riferimento costante. A giugno dello stesso l’Italian Instabile Orchestra al Festival di Bolzano suona ed incide un disco capolavoro con il polistrumentista e compositore Anthony Braxton: l’Instabile vince il Top Jazz di Musica Jazz come formazione dell’anno. Seguono il meeting degli improvvisatori di Massalombarda ed il trasferimento a Milano dove trascorre un periodo intenso di studio e di lavoro durante il quale incide molti dischi (tra cui “Rings of Fire” di Tononi e Cavallanti con la violinista Jenny Scheinman,“A Male Walking in the Cauldron” di Tiziana Ghiglioni, “The Talking Bass” di Giovanni Maier). Nel 2009 viene invitato ad Italian Jazz Graffiti organizzato annualmente al Piccolo Teatro Studio di Milano; nel 2010 William Parker lo chiama per il suo doppio quartetto con il quale si esibisce a Bologna per Alphaville Suite. Torna a Firenze e con i Dinamitri viene invitato a suonare al Festival au Desert di Timbouctu in Mali: questa esperienza segna il punto di partenza per una serie di collaborazioni prestigiose ed umanamente profonde con i musicisti dell’Ensemble Tartit, Samba Tourè e l’astro nascente della musica tuareg Bombino. Questi incontri contribuiranno alla realizzazione dell’ album “La Società delle Maschere”. Ancora una volta con Tiziana Ghiglioni e Tiziano Tononi si avvicina al mondo della poesia con la suite dedicata a Carmelo Bene (“VIE D’ H EROS ES” ; 2012 ed CMP). Si intensifica la collaborazione con la contrabbassista/compositrice e sua grande amica Silvia Bolognesi con cui dà vita al Creative Strings Company.

Dal 2009 fa parte del quartetto del sassofonista sloveno Cene Resnik con il quale incide “Joyful Spontaneity” e partecipa nel 2013 al Jazz Festival di Lubiana. Segue il grande successo al Festival di Sant’Anna Arresi dove con i Dinamitri Jazz Folklore si esibisce in diretta radio (Radio3) con Amiri Baraka (sarà l’ultima performance insieme). Il concerto verrà pubblicato dalla Rudi Records nel 2016.

Nello stesso periodo torna ad occuparsi della propria musica dedicandosi ad un progetto ambizioso: “VIAGGIO AL CENTRO DEL VIOLINO”. Pubblicato per Rudi Records e LongSong Records, si tratta di una trilogia che ferma su disco gli studi, i pensieri, l’esperienza degli ultimi anni, un lavoro di ampio respiro in cui sono coinvolti i musicisti a lui più vicini e che, se da una parte rappresenta un legame con i maestri del passato, dall’altra si pone come una riflessione contemporanea sul linguaggio e sull’evoluzione della musica. “VIAGGIO AL CENTRO DEL VIOLINO Vol. 1” comprende una suite per violino solo ed alcuni brani in duo con il violista Paolo Botti, mantenendo sullo sfondo le figure di Leroy Jenkins e Renato Geremia. Il secondo volume “ARE YOU READY?”, in una formazione larga composta da Piero Bittolo Bon, Pasquale Innarella, Pasquale Mirra, Silvia Bolognesi, Tiziano Tononi, e le voci di Claudia Tellini e Titta Nesti, è una attualizzazione di un pensiero riferito all’avanguardia storica della New Thing. Il disco conclusivo è “THE BLESSED PRINCE” in quartetto con Dimitri Grechi Espinoza, Giovanni Maier ed Andrea Melani, è dedicato alla figura di Amiri Baraka ed è la perfetta sintesi tra i due precedenti volumi.

Nel 2015 torna a collaborare con Anthony Braxton per la prima europea di SONIC GENOME, una istallazione musicale di otto ore, con 12 + 60 musicisti coinvolti, scenograficamente inserita nel contesto del rinnovato Museo Egizio per il Torino Jazz Festival; Tony Cattano lo chiama per formare il Naca Quartet con Matteo Anelli e Andrea Melani; partecipa a “TIRESIA”, Trentennale degli Enten Eller e si occupa della produzione della registrazione del disco di esordio del suo amico Renato Cordovani con il quale suona in un concerto reunion con Matthias Schubert. Nel frattempo Dinamitri Jazz Folklore aggiunge un nuovo album alla sua discografia “LIVE – Ex Wide” e due nuove collaborazioni per il concerto di fine anno in Piazza del Carmine a Firenze: Gianluca Petrella ed il leggendario PeeWee Ellis.

Il 2017 si apre con l’inserimento di “THE BLESSED PRINCE” nei migliori dieci dischi dell’anno del sito All About Jazz e del brano “Disk Dosk” nella selezione 2016 del sito inglese UKVIBE:ORG. Dopo un lungo lavoro di organizzazione, frutto della collaborazione con i festivals Novara Jazz, Pisa Jazz ed il Centro d’Arte Padova realizza, per il progetto “THE BLESSED PRINCE”, un mini tour in cui allarga la dimensione del quartetto al quintetto aggiungendo la cornetta di Taylor Ho Bynum. La scelta si rivela azzeccatissima sia dal punto di vista musicale che quello umano, i concerti suscitano gran clamore ed apprezzamento tra la critica specializzata e gli addetti ai lavori. Uscirà un disco dal vivo.

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